Iniziamo dicendo che il nome corretto è Fondi paritetici interprofessionali nazionali per la formazione continua anche se, vista la lunghezza del nome… normalmente si parla di Fondi Interprofessionali e basta!
I Fondi Interprofessionali sono organismi di natura associativa promossi dalle Parti Sociali, cioè sindacati dei datori di lavoro e dei lavoratori. Il meccanismo che sta alla base prevede che le imprese versino lo 0,30% della busta paga di ogni dipendente come “contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria”. Questi importi vengono accantonati dall’INPS e possono essere utilizzati dalle aziende per la formazione dei propri lavoratori, se queste ultime fanno esplicita richiesta di aderire ad un Fondo Interprofessionale.
Vediamo ora di approfondire normative, modalità di adesione e di utilizzo delle risorse dei Fondi.
Con la legge n°845 del 1978 viene istituito il mutuo soccorso per sussidio di disoccupazione. Questa legge prevede che lo 0,30% versato per la contribuzione dei propri dipendenti sia destinato alla loro formazione.
Come si è detto, ogni impresa versa una percentuale dello 0,30% della busta paga di ogni dipendente. Facendo richiesta di adesione ad un Fondo Interprofessionale può destinare a tale soggetto il proprio accantonato.
Ogni fondo stabilirà poi un sistema di regole con cui le aziende possono ricevere indietro tali contributi sotto forma di formazione continua ai propri lavoratori. Infatti gli strumenti a disposizione sono molteplici. Il Fondo Paritetico Interprofessionale potrà quindi proporre alle aziende di partecipare a piani formativi monoaziendali o interaziendali insieme ad altre imprese. Inoltre potrà decidere se dare ad ogni azienda quanto l’azienda stessa ha versato (modello “conto formazione”) o indire bandi di gara in cui qualsiasi azienda può fare richiesta di contributo indipendentemente dal suo versato (modello “conto sistema”).
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Come si è visto, una volta che l’impresa decide di destinare ad un Fondo Interprofessionale le proprie risorse accantonate, è il fondo stesso che stabilisce le modalità di erogazione della formazione finanziata.
Di seguito però indichiamo le maggiori distinzioni utili a comprendere le possibilità oggi previste in Italia dagli strumenti di finanziamento per la formazione:
La differenza tra le due modalità è molto semplice. Nel primo caso (“Conto Formazione”) l’azienda finanzia la sua formazione attraverso le risorse accantonate con i versamenti derivati dallo 0,30% dei suoi dipendenti. Il Fondo Interprofessionale trattiene una percentuale variabile per i costi di gestione e per il finanziamento degli avvisi. Ovviamente nel caso del Conto Formazione saranno avvantaggiate le aziende più grandi (più dipendenti = più versato).
Il caso invece degli avvisi prevede invece una vera e propria partecipazione a bandi, per cui le aziende che fanno richiesta e che rispettano vincoli dell’avviso, possono presentare un progetto. Questi progetti saranno soggetti a valutazione qualitativa da parte del fondo. Esistono diverse declinazioni di questo strumento di finanziamento (ogni Fondo ha le sue modalità) il concetto che sta alla base però è che tramite gli avvisi una azienda (o un gruppo di aziende) possono ricevere importi per finanziare la formazione superiori a quanto hanno realmente accantonato.
Gli avvisi prevedono una serie di requisiti e di vincoli che stabiliscono chi può partecipare. Una delle distinzioni principali, valevole per tutti i Fondi Interprofessionali, riguarda la definizione della platea di aziende beneficiarie e delle tematiche accettate. Possiamo così avere avvisi territoriali, ovvero rivolti ad uno specifico territorio (es. regioni o macroregioni). Esistono poi avvisi settoriali, che si rivolgono ad aziende specifiche di un settore produttivo. Infine la modalità più comune cioè quella dell’avviso generalista: questo strumento non pone particolari limiti di partecipazione e permette l’inserimento anche di tematiche di base (tipicamente informatica e inglese).
In realtà si tratta di una prima distinzione superficiale, poichè ogni avviso ha necessariamente vincoli specifici rispetto alle aziende che possono partecipare (PMI, aziende in stato di crisi, etc) e ai dipendenti (apprendisti, over 50, donne, etc).
I progetti finanziati destinati ad una sola azienda sono definiti monoaziendali. Rappresentano la modalità più “semplice” di fruizione poichè l’azienda ne usufruisce direttamente in sede. Quando invece il progetto riunisce i fabbisogni di 2 o più aziende, il progetto è detto pluriaziendale o interaziendale.
Alcuni Fondi Interprofessionali mettono a disposizione attraverso specifici avvisi la possibilità di acquistare corsi a catalogo, seminari, formazione online. Lo strumento è quello del “voucher formativo” che permette all’azienda di pagare, generalmente al singolo dipendente, la partecipazione anche a corsi esterni aperti al pubblico (es. Master o corsi di specializzazione).
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